Questo film l'ho visto un paio di mesi fa per la prima volta e devo dire che è stato una piacevolissima sorpresa. Da un po'di tempo avevo intenzione di vederlo, dato che ne avevo sentito parlare molto bene, e a ragione.
La protagonista si chiama Ameliè ed è una ragazza francese che di professione fa la cameriera al Cafè Les Deux Moulins a Monmartre (Parigi). Ameliè è una ragazza semplice: le piace tuffare le dita in un sacco di legumi, rompere la crosta della crème brulè col cucchiaino e far rimbalzare i sassi nel canale San Martin.
La vita di Ameliè viene letteralmente sconvolta il 31 agosto 1997, quando, per caso, trova, nascosta dietro una mattonella nel muro di casa sua, una scatolina di giochi appartenuta ad un bambino circa cinquant'anni prima. La ragazza, dunque, decide di rintracciare a tutti i costi il proprietario del tesoro appena trovato, per restituirglielo. Veniamo così a conoscenza del microcosmo in cui vive Ameliè: c'è il droghiere Colignon, arrogante e antipatico, che maltratta costantemente il suo garzone Lucienne, dolce ragazzo, attento alle piccole cose; c'è "l'uomo di vetro", che ha le ossa molto fragili e non esce mai di casa, dove si dedica alla realizzazione di quadri copiati da Renoir. Infine, ci imbattiamo in Dominique Bretodou (non so se si scrive così), il proprietario della scatola di giochi, che, mentre si reca al mercato, si sente chiamare da una piccola cabina telefonica, nella quale trova il suo tesoro perduto. Ameliè è riuscita nel suo intento.
Da questo momento in poi, la ragazza decide di dedicarsi agli altri e di aiutare (per quanto può) chiunque abbia bisogno di lei. E così offre la sua mano ad un cieco, al padre (aiutandolo a viaggiare), alle sue colleghe del caffè. Infine, troverà anche lei aiuto nell'Uomo di Vetro, che la spinge a dichiarare tutta se stessa a Nino, un ragazzo semplice e sognatore come lei, con il quale coronerà il suo sogno d'amore.
"Il favoloso mondo di Ameliè"si caratterizza per la bellezza della fotografia, per la luce ed i colori molto particolari, per i personaggi che si incontrano e, in ultimo, per la splendida colonna sonora realizzata ed eseguita da Yann Thiersen, che confeziona un piccolo capolovoro.
Mi ha colpito molto la scena che si svolge al Sacrè Coeur, dove Ameliè restituisce, attraverso un complesso e delizioso espediente, l'album di fototessere a Nino, senza fargli sapere che è lei la fatina che ha ritrovato quello che per lui è "un album di famiglia".
Simpatici sono gli avventori del "Deux Moulins": Joseph, l'amante respinto dalla divertente cameriera Gina; Hypolitò, lo scrittore fallito, che riesce a far leggere i suoi libri solo alla signora Suzanne (la padrona del bar) e, naturalmente, ad Ameliè.
Un uso curioso ed incisivo degli effetti speciali si riscontra nella scena in cui Ameliè si scioglie letteralmente in una pozza d'acqua quando vede uscire dal caffè il suo Nino, al quale aveva dato appuntamento, senza aver avuto il coraggio di presentarsi.
Ma la scena più bella, quella che mi ha riempito il cuore, è stata l'ultima: Ameliè, finalmente,vince la sua timidezza, si decide ad aiutare se stessa, e si rivela a Nino: la sequenza di bacini che si scambiano i due, prima di evolvere FINALMENTE verso il bacio finale, è troppo dolce.
Infine, molto bella è anche la carrellata di immagini finali, che ci mostrano i due ragazzi che corrono spensierati per le strade parigine, ripercorrendo un po' i luoghi dei loro incontri.
"Il favoloso mondo di Ameliè"è quello che io chiamo "un piccolo capolavoro": ogni scena è curata nei minimi particolari, ogni inquadratura mostra la semplicità e la bellezza delle cose più comuni. Del resto, la stessa Ameliè è una ragazza semplice, dolce, che sa apprezzare la vita nella sua sobrietà, come ci mostra ogni volta il film, che, in effetti, racconta la realtà vista dagli occhi della stessa protagonista.